Come conservare i capi in lana e cashmere:
le 7 regole d’oro.
Questi pochi e semplici passaggi, vi permetteranno di lavare e conservare i vostri capi per farli durare nel tempo. Che i vostri capi siano in cashmere, in mohair, in alpaca o in lana vergine non fa nessuna differenza: resteranno morbidi, caldi ed avvolgenti come il primo giorno, quando li avete acquistati. Ricordate sempre che la lana è molto simile ai nostri capelli, non è una fibra da laboratorio ma un pelo naturale. Cosi come vi prendete cura dei capelli per averli morbidi e vaporosi, allo stesso modo dovete prendervi cura del vostro capo in pura lana affinché risulti morbido e piacevole al tatto. Del resto anche i capelli se vengono lavati con shampoo di frequente, fatti lavaggi ripetuti e risciacqui insufficienti e fonature aggressive perdono tono, si arruffano e risultano pungenti al tatto.
Per quanto riguarda il cashmere esso non teme l’acqua e nemmeno i lavaggi frequenti purché si eseguano poche ed indispensabili regole:
- I capi vanno lavati rigorosamente a rovescio e possibilmente con altri capi in lana dello stesso colore, evitate di mettere il bianco e il nero insieme nella lavatrice onde evitare spiacevoli inconvenienti.
- L’acqua deve essere fredda e mai superare i 30°in ogni caso, ma evitate anche i 30° se non riuscite a mantenerli costanti tra lavaggi e risciacqui, quello che infeltrisce maggiormente la lana è proprio lo sbalzo di temperatura dell’acqua.
- il detersivo delicato e apposito per la lana, anche un po’ di ammorbidente non guasta, l’importante è non esagerare con le dosi, una quantità eccessiva risulterebbe difficile da risciacquare e l’odore di ammorbidente si potrebbe trasformare in qualcosa di sgradevole mentre il capo rimane riposto durante l’estate.
- Risciacquare il capo con abbondante acqua fredda, mi raccomando mai cambiare la temperatura dell’acqua durante il lavaggio, lo shock termico la potrebbe infeltrire. Procedere senza torcere le fibre ma premendo il tessuto per eliminare l’acqua in eccesso, il capo può essere poi avvolto in un asciugamano, messo ad asciugare nei pressi di una fonte di calore e girato di tanto in tanto. Quando sarà umido apritelo e mettetelo in piano fino a che non è asciutto del tutto.
- Se siete pigri e i lavaggi a mano non fanno per voi potete usare sempre la lavatrice: selezionare un lavaggio leggero o delicato a secondo della lavatrice, l’acqua a 0° e mi raccomando la centrifuga, se proprio non potete farne a meno usate quella delicata che non superi mai i 500/600 giri. Per l’asciugatura seguite i passaggi del punto 3.
- Se non siete sicuri portate il capo in lavanderia o fatevi consigliare da chi è più esperto di voi, magri una nonna ma va bene anche una mamma. In nessun caso fate esperimenti su capi costosi se non vi sentite pronte. Del resto questi gioielli dell’artigianato sono destinati a durare nel tempo solo con le dovute cure. In fine il vostro maglioncino in pura lana di cashmere sarà pronto per essere stirato e riposto. La stiratura va fatta sempre dal rovescio, mai appoggiare il ferro caldo, assicuratevi che sia impostato per la lana ma comunque date solo dei colpi di vapore e poi aiutatevi a stenderlo con le mani.
- Ci sono dei pilucchi? Niente paura sono normali, si tolgono con le dita, strappandoli delicatamente dal maglione, si formano soprattutto nei punti di maggior contatto, una volta tolti il vostro maglioncino in pura lana di cashmere sarà pronto per essere messo via.
- A questo punto il nostro maglione di cashmere può essere piegato e riposto in un apposito sacchetto in tela oppure in plastica, prima di metterlo nella plastica assicuratevi che sia perfettamente asciutto, la minima umidità all’interno del sacchetto creerebbe un cattivo odore. E qui possiamo aggiungere un antitarme naturale: in un piccolo sacchetto di carta, unite lavanda e chiodi di garofano con una piccola stecca di Canella. Oltre a tenere lontane le tarme all’arrivo dell’inverno il vostro maglioncino avrà un profumo particolare e naturale.
Come scegliere e riconoscere il cashmere di qualità??
No, no. Non è assolutamente facile al giorno d’oggi riconoscere un tessuto oppure un materiale, tanta è la confusione che è stata fatta in questo campo, non tanto per confondere il cliente finale quanto per liberarsi di materiale scadente. Io sono convinta che il materiale di scarto può essere lavorato al fine di produrre altro, ma non abbigliamento. Tutti hanno il diritto di essere informati in maniera adeguata e di spendere la cifra giusta nel rapporto qualità prezzo, ecco perché se volete acquistare un capo di questo materiale ci sono cose che dovete assolutamente sapere. La fibra viene misurata in micron, più i peli sono sottili e lunghi tanto più sono pregiati e costosi, un buon cashmere non fa i nippoli per intenderci, che sono tipici di una qualità inferiore. Possiamo giungere alla definizione che quanto più una lana fa i nippoli e perde il pelo quanto più è scadente o vecchia. Chi ha avuto la fortuna di toccare con mano i tessuti in cashmere si è subito reso conto della morbidezza, del tocco vellutato, di quanto è setoso e del calore conferito dalla soffice naturalezza del tipo di tessuto di derivazione animale. Esso è igroscopico: la caratteristica di termoregolatore lo rende adatto sia all’estate che all’inverno, assorbe l’umidità ed il sudore ed è altamente traspirante. Esso è antistatico: ossia non attira ne campi elettromagnetici, ne campi elettrostatici e neanche la polvere. Inoltre ama l’acqua le fibre si allentano bagnandosi, i lavaggi frequenti non lo infeltriscono, caratteristica che lo distingue dalla lana comune.
Da dove deriva e come viene lavorato il cashmere?
Il cashmere, o cachemire è una fibra tessile molto pregiata derivata dal pelo di un genere di capra: "Capra hircus changthangi", che popola gli altipiani della Mongolia dove è situato il suo habitat naturale. Il nome deriva dalla valle del Kashmir, regione tra India, Pakistan e Cina, da dove si esportò per la prima volta verso l'Europa il pregiato tessuto. Il cashmere è la parte più sottile e fine della peluria del sotto mantello duvet e dalla parte più rigida con peli rigidi e ruvidi che costituiscono il mantello esterno chiamato o detto giarre. Esso viene raccolto tramite una pettinatura manuale durante il cambio della muta che coincide con la primavera. A differenza di altre lane il cashmere non viene raccolto tramite tosatura due volte l’anno, ecco perché il suo prezzo è alto i motivi sono due: il materiale pregiato e le esigue quantità dello stesso.
Le condizioni del clima favorevole, caratterizzato da forti sbalzi di temperatura tra giorno e notte, favoriscono lo sviluppo della peluria morbida e setosa della lana, di fatti il cashmere è caratterizzato da un pelo molto sottile rispetto alle altre lane, dovuto dalle basse temperature degli altipiani Mongoli, che permettono di sviluppare questo particolare vello nelle capre. Questo particolare tipo di lana, rispetto ai modelli meno pregiati, possiede una funzione termo-regolatrice del corpo dell'animale, proteggendolo dai picchi estremi di calore e freddo.
Come riconoscere un vero tessuto in cashmere originale?
Secondo normativa di legge l'etichettatura tessile deve presentare come dicitura: WS o kaschmir, cashmere o cachemire. Può sembrare sciocco da dire, ma la prima cosa che dovete guardare è l'etichetta. L'etichetta dei prodotti in vero cashmere dichiarerà chiaramente (nella maggior parte dei paesi, per legge) che il capo è fatto al 100% di cashmere. Percentuali inferiori o l'assenza dell'etichetta devono far scattare il primo allarme.
Il vero cashmere inoltre si riconosce dalla morbidezza e dalla leggerezza del tessuto: un capo soffice che rispetto alla lana non appesantisce e la cui inossidabilità si avverte con effetto "seconda pelle", senza aderire o stringere troppo, ma adattandosi alla corporatura elasticamente, grazie alle fibre intrecciate tessili di cui dispone.
Sicuramente un tessuto in puro cashmere non presenta il fastidioso fenomeno dell'agglomerarsi di fibre intrecciate da eliminare con la spazzola, anche in seguito a successivi lavaggi, proprio per la modalità di lavorazione e della qualità del tessuto. Il fenomeno detto pilling, si manifesta quando il filato non è di prima qualità. Tuttavia dipende da quello che vogliamo spendere, se vogliamo stare bassi con i prezzi ci dobbiamo accontentare di 2° e 3° scelte nonché di lane riciclate. E magari è meglio valutare se a questo punto non sia magari il caso di optare per una pura lana vergine pettinata, che costa meno ma è molto migliore rispetto a delle lane di ripiego.
Ricordate sempre, come detto nel nostro altro articolo del blog dedicato al lavaggio questi capi vanno sempre lavati a mano o in lavatrice con acqua fredda, sempre rovesciate dalla parte del contrario. Inoltre utilizzate detersivi o detergenti dedicati appositi per la lana in modo tale da non alterare il tessuto nel tempo e mantenere sempre il proprio maglione o maglia leggera al top!
Attenzione anche al calore durante la stiratura a vapore: mantenere sempre una temperatura medio-bassa, stirando sempre con il capo capovolto in modo da non lasciare le fastidiose pieghe o favorire lo scolorimento della maglia. In questo caso si può dire che la qualità paga sempre: prima di tutto fa la differenza nel lungo termine rispetto nella durata del tessuto!